“Book Descriptions: «Mrs. Smith tirò un sospiro di sollievo e andò a riordinare la cucina. Lavò e asciugò le tazze e i piattini, quindi prese una tazza pulita, la riempì e si sedette alla finestra del soggiorno. Guardando la strada buia e sporca, ripiombò ancora una volta nel suo stato di quieta felicità; tre settima ne fa, si disse, ero disperata e senza nessuno al mondo. Mio padre era morto e io me ne stavo seduta davanti al mare, tutta sola, a chiedermi – sorvolò frettolosamente su questo pensiero – come sarebbe stato entrare in acqua e camminare, camminare sempre più avanti. Poi lui si è seduto accanto a me: “Spero di non sembrarle sfrontato”. Mrs. Smith fece un risolino segreto, sorseggiando il caffè». «Casa nostra spesso era piena di letterati e artisti eminenti» raccontano i figli di Shirley Jackson. «Si tenevano feste leggendarie e partite a poker con pittori, scultori, musicisti, compositori, poeti, insegnanti e scrittori di ogni genere. Ma il suono della sua macchina da scrivere non mancava mai, la sentivamo battere sui tasti fino a notte fonda». E da quell’ostinato ticchettio della Royal di mamma Shirley usciva a getto continuo una produzione che ha pochi paragoni: celebri romanzi dell’orrore come L’incubo di Hill House e clamorose perle nere come La lotteria, certo, ma anche una mole imponente di racconti destinati a rimanere a lungo sconosciuti – e che solo trent’anni dopo la morte della Jackson verranno alla luce, con un coup de théâtre degno di una delle sue storie: alcuni estratti da uno scatolone ritrovato in un fienile del Vermont e spedito senza preavviso alla famiglia, e altri, moltissimi altri, scoperti alla Library of Congress di Washington e alla San Francisco Public Library. Racconti di cui questo libro offre una ricca scelta, dove il lettore troverà non solo il thriller nero e la fiaba gotica di cui la Jackson è riconosciuta maestra, ma anche – e sarà una gradita sorpresa – commedie surreali, sketch stranianti, comici quadri familiari, esplorazioni della psiche, con fulminanti incursioni nei territori di confine tra normalità e follia. E sempre sarà felice, il lettore, di lasciarsi inghiottire dagli ingranaggi di una macchina narrativa di diabolica perfezione.” DRIVE